Dott. Antonio Diego Bruno

  • 08 Agosto 2024

LA SCOLIOSI: CAUSE, SINTOMI E SOLUZIONI

La scoliosi è una patologia definita ideopatica perché non riconducibile a cause esterne note, in altre parole è una malattia di cui non si conosce il meccanismo alla base. Il suo acronimo è A.I.S ossia adolescents hideopathic scoliosis.

La familiarità è frequente, così come la maggiore diffusione tra soggetti femminili rispetto al genere maschile.

E’ fondamentale la diagnosi precoce, il pediatra è in grado di riconoscerla tra i 6 e i 10 anni.

La malattia è trattabile conservativamente con busti e corsetti e le probabilità di successo sono direttamente proporzionali a quanto prima viene identificata. Esistono diversi campanelli di allarme che difficilmente i genitori sono in grado di definire a causa della quotidianità. Asimmetria delle spalle, asimmetria della schiena, busto flesso in avanti.

Curve superiori a 45 gradi suggeriscono il trattamento chirurgico, con intervento normalmente da svolgere tra i 15 e 17 anni. Curve superiori a 50 gradi possono portare a complicanze respiratorie e a dolori eccessivi. Il metodo per operare un caso di scoliosi normalmente è la correzione con viti con accesso chirurgico posteriore. Un’altra tecnica diffusa è la chirurgia mini invasiva, la quale ha ruolo marginale e che il dottor Bruno reputa poco efficace e utilizzabile solo su scoliosi lievi che possono essere normalmente trattate con supporti come busti e corsetti. Unica reale innovazione è la chirurgia endoscopica transtoracica che consente di preservare il normale rendimento della colonna vertebrale, tuttavia, questa tecnica è utilizzabile solo in pochi casi e assai selezionati. Ciò che rende più sicura la chirurgia della scoliosi oggi è l’uso della chirurgia computer assistita, non robotica. Il robot, infatti, sostituisce solo la mano la mano, le tecnologie computer assistite aiutano il chirurgo ad essere più preciso, senza tuttavia affidare il tutto ad una macchina.

Anche l’utilizzo di alcune nuove tecniche anestesiologiche rende più sicuro l’intervento, come ad esempio l’uso di sistemi di monitoraggio della funzione del midollo spinale durante lo svolgimento dello stesso. L’intervento ha una durata media di circa tre ore e il paziente normalmente si alza in piedi dopo otto ore al massimo. Raramente è necessario l’utilizzo di un busto nella fase post operatoria, il dolore in questa fase è sempre più ridotto, la rigidità dei movimenti della colonna varia a seconda dei casi, da nessuna percezione a una sensibilità elevata.

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Dott. Antonio Diego Bruno
Specialista in Chirurgia vertebrale